Compagnia: C'era l'acca Autore: Gianni Clementi Regia: Francesco Varano
Per aver affrontato con delicatezza, profondità e ironia un tema storico di grande intensità, narrando uno dei periodi più tragici della storia italiana alla vigilia del 16 ottobre 1943, data del rastrellamento degli ebrei nel ghetto di Roma. Ladro di Razza è uno spettacolo intenso, capace di commuovere e divertire, in cui si intrecciano ironia, riflessione e una storia dal forte impatto emotivo, sostenuta da un testo ben scritto e da due attori e un’attrice capaci che danno vita a personaggi difficilmente dimenticabili, che si muovono tra i rumori inquietanti dei passi nazisti e le difficoltà quotidiane di una popolazione affamata, illuminando con leggerezza (ma mai superficialità) l’umanità, l’amore e la tragicità di quei giorni.
Premio Miglior Attrice
Dilva Rossi
Ruolo: Rachele Bises Spettacolo: Ladro di razza Compagnia: C'era l'acca
Per la sua recitazione essenziale e pulita, espressa con cura del personaggio, e per la sua delicata e misurata interpretazione di Rachele, una ricca signora ebrea che vive da sola in un lussuoso appartamento del ghetto di Roma. Con una sensibilità rara, Dilva Rossi ha saputo rivelare il tenero amore di Rachele per Terenzio, un ultimo momento di serenità prima del tragico destino. Un’interpretazione toccante, che riesce a trasmettere con autenticità e profondità tutta la fragilità e la forza del personaggio.
Premio Miglior Attore
Filippo Spatola
Ruolo: Tiberio Ceccotti Spettacolo: Ladro di razza Compagnia: C'era l'acca
Per aver dato vita e significato al personaggio di Tiberio con precisione e autenticità, cogliendone l’essenza attraverso un’interpretazione genuina e carica di energia. Nei panni del modesto ladruncolo e truffatore, sempre alla ricerca di un modo per sbarcare il lunario, l'attore riesce a trasmettere con efficacia il parallelismo tra i conflitti esteriori della guerra e il tormento interiore di un uomo semplice. Con un sottile e toccante equilibrio tra sopravvivenza e dignità l’interpretazione di Filippo Spatola diventa un ritratto profondo, vivido e indimenticabile.
Premio Miglior Regia
Lorenzo De Pasquale
Spettacolo: Il povero Piero Compagnia: Gruppo arte e cultura
La regia di Lorenzo De Pasquale si distingue per la straordinaria coralità con cui i personaggi prendono vita, ciascuno con movimenti e connotazioni fisiche incisive, creando un intreccio armonioso e complesso. Attraverso una direzione geometrica e sapiente dell’occupazione dello spazio scenico, De Pasquale costruisce un’opera corale in cui i personaggi esprimono essenzialità e potenza espressiva, fondendosi in una sinergia perfetta, guidando un gruppo compatto che si muove sulla scena come una partitura musicale.
Premio Miglior Allestimento
Andrea Dho
Spettacolo: Mattia Pascal: il musical Compagnia: Carovana/La Bohème
Originalità e innovazione del testo, uniti a un’attenzione meticolosa per i particolari e a una cura per l'insieme, che risulta armoniosamente integrato con il lavoro attoriale. L’allestimento si distingue per l’uso fluido e dinamico delle scenografie, fisse e mobili, che, volteggiando in scena, creando forme sempre nuove e sorprendenti. L’efficace utilizzo delle luci, inoltre, arricchisce le scene recitate e cantate, sia individuali che collettive, dando vita a un’esperienza visiva potente e coesa, che esalta la narrazione e la coinvolge in una dimensione poetica e suggestiva.
Menzione speciale della giuria
allo spettacolo Il Povero Piero
Compagnia: Gruppo arte e cultura
La giuria assegna una menzione speciale allo spettacolo Il povero Piero della compagnia Gruppo
Arte e Cultura, poiché fino all’ultimo è riuscito a mettere in difficoltà la commissione
nell’assegnazione del premio per il Miglior Spettacolo del concorso Un Po di Teatro 2024.
Lo spettacolo è una completa e sapiente messa in scena del testo di Achille Campanile, in cui viene
esplorata non solo la componente comica, ma anche l'assurdo e il grottesco del racconto di Piero,
morto apparente, svelando con sottile ironia il perbenismo e l'ipocrisia dell'uomo di fronte alla
morte. In una regia geometrica e rigorosa, gli attori danno vita a una coralità di personaggi e
movimenti, espressi con forti connotazioni fisiche e una precisa sinergia.